30 novembre, 2006

MEMORANDUM

AGLI ALUNNI DI II A E B: LE TAPPE DI AVVICINAMENTO AL COMPITO DEL 4 DICEMBRE:

  1. Sabato si correggono le versioni "ufficiali" (II A: 552; II B: 554);
  2. Lunedì la II A deve "portare" Platone (non interrogo!!);
  3. Domenica, nel primo pomeriggio, pubblico le traduzioni delle due versioni facoltative;
  4. Stasera pubblico un'altra cosina, se ho tempo (al massimo lo faccio domattina);
  5. Se volete una versione corretta per sabato vi indico queste due: 267 p. 185; 438 p. 289: me le dovete spedire via mail (lidiam@alice.it) entro venerdì sera;
  6. Se volete la versione per domenica sera (sempre una delle due indicate sopra), il termine massimo di consegna è la mattinata di domenica. Vi ricordo che non apro allegati.
  7. Sottolineo ancora che questa è una pubblica piazza, non un tiaso riservato a pochi eletti: chi ha la fortuna di avere un accesso Internet libero e veloce si senta in dovere di condividere queste informazioni con quelli più distratti o meno tecnologicamente attrezzati. Grazie e buon lavoro.

COMPITO DI LATINO - II A

AMARE NON È NIENT'ALTRO SE NON PREDILIGERE COLUI CHE AMI, SENZA CHE SI RICERCHI BISOGNO O INTERESSE

E poiché questa è la legge assegnata alla nostra vita e alla nostra natura, che un’età nasca da un’altra, è in massimo grado auspicabile che tu possa con i coetanei con i quali, per così dire, ti è stato dato il via dai blocchi di partenza, con quelli stessi arrivare alla meta, come si dice. Ma poiché la condizione umana è fragile e instabile, bisogna continuamente andare alla ricerca di altri da amare e da cui essere amati; tolto il calore dell’affetto, alla vita non rimane alcun piacere. Per me Scipione, anche se mi è stato sottratto all’improvviso, tuttavia è ancora vivo, e sempre vivrà; ho amato la virtù di quel grande uomo, che non è scomparsa; né è presente a me solo, che l’ho avuta per tanto tempo davanti agli occhi, ma anche per i posteri sarà evidente e ben riconoscibile. Nessuno mai concepirà o progetterà imprese di grande rilevanza senza pensare di dover porre davanti a sé il suo ricordo e la sua immagine. Perciò, di tutti i doni che ho ricevuto dalla sorte o dalla natura, non ne ho nessuno che io possa paragonare all’amicizia con Scipione.

29 novembre, 2006

PROMETTO DI NON FARLO PIU'... (NON IO, VOI).

Memorandum:

  1. Qualis futura sit vita sapientium: "quale sia la vita futura dei saggi";
  2. Ad Ptolemaeum se regem Alexandriam contulit: "si recò da Tolomeo re di Alessandria"
  3. Nullum cultum aut paratum requirentes: "non cercando nessuno / niente colto o preparato"
  4. Quo erat orbatus: "poiché era cieco"

CICERONE, De finibus

CICERONE, De finibus bonorum et malorum, V, 12-13

D’altro canto, bisogna considerare, dal momento che è abbastanza evidente che ciascuno per natura è caro a se stesso, quale sia la natura dell’uomo. Questo è, infatti, l’argomento sul quale indaghiamo. E dunque è chiaro che l’uomo è formato da corpo e anima, essendo le principali le componenti dell’anima, secondarie quelle del corpo. Dunque ci rendiamo conto anche di questo, che e il corpo è formato in modo tale da essere superiore rispetto agli altri, e l’anima è fatta in modo tale che da un lato è ricca di sensibilità, dall’altro possiede la superiorità data dalle facoltà intellettive, a cui obbedisce in toto la natura dell’uomo, nella quale è ammirevole la forza, per così dire, della ragione, della capacità di comprendere, della conoscenza e, insomma, di tutte le virtù. Ora, le qualità che sono proprie del corpo, non hanno né una importanza paragonabile alle parti dell’anima, e hanno una più semplice facoltà di essere comprese. Cominciamo allora da queste.
Dunque, appare evidente quanto le parti del nostro corpo e l’insieme della nostra figura e l’aspetto e la statura siano adatti alla natura umana, e non c’è dubbio che non si comprenda
quali caratteristiche rendano la fronte, gli occhi, le orecchie e le altre parti proprie dell’essere umano. Ma certamente è necessario che queste parti siano forti e godano di buona salute, e che abbiano i movimenti e l’uso proprio della loro natura, affinché nessuna loro componente venga a mancare o sia malata o debole; infatti questo la natura si auspica. D’altra parte, c’è anche una atteggiamento del corpo, che determina movimenti e posture in armonia (congruentis: acc. plur.) con la natura; se in queste ci fosse un difetto a causa di una qualche storpiatura o deformità, o a causa di un movimento o di una posizione deviata, come se qualcuno camminasse sulle mani o non in avanti, ma all’indietro, uno sembrerebbe fuggire da se stesso, e, spogliandosi, da uomo, della sua qualità di uomo, avere in odio la natura umana. Per questa ragione anche alcuni modi di stare seduti e certe movenze storte e fiacche, come sono solite essere quelle degli uomini arroganti o effeminati, sono contro natura, al punto che, anche se ciò si verifica per un difetto dello spirito, tuttavia sembra che la natura umana muti nella sua manifestazione corporea. Quindi, al contrario, contegno, atteggiamenti e impieghi del corpo moderati ed equilibrati sembrano essere conformi alla natura dell’uomo.
A questo punto è dimostrato non solo che l’anima esiste, ma anche di qual natura deve essere, in modo tale che mantenga intatte tutte le sue parti e nessuna delle sue qualità venga a mancare. E la qualità precipua di ciascuno risiede nella sensibilità, in modo tale che nulla (quid è indefinito) impedisca che ciascuno si avvalga delle funzioni proprie della sua sensibilità nel percepire velocemente e senza ostacoli ciò che è sottoposto ai sensi. D’altronde, le qualità dell’anima e di quella parte dell’anima che è la più importante, e che si chiama “mente”, sono molteplici, ma due sono le tipologie principali, la prima di quelle che nascono per la loro propria natura e che si chiamano non volontarie, l’altra di quelle che, poste all’interno della volontà, si sogliono chiamare con un nome più appropriato, fra le quali è eminente, nell’elogio delle qualità spirituali, la nobiltà d’animo. Appartengono alla prima categoria la docilità, la memoria: qualità che, nell’insieme, vengono chiamate con l’unico nome di “ingegno”, e coloro che possiedono queste qualità vengono definiti “ricchi di ingegno” (orribile traduzione: ingenium ha dentro di sé in + la radice di gigno, quindi indica le virtù innate, quelle che sono tali per “nascita”. Le virtù “volontarie” sono più nobili perché frutto di educazione. Insomma, si sta distinguendo fra indole naturale e qualità acquisite o perfezionate). L’altra categoria è invece quella delle virtù importanti e nobili, che definiamo volontarie, come la saggezza, la capacità di moderarsi, la forza d’animo, la giustizia, e le altre di tal genere.
E di certo questo era doveroso dire, pur se per sommi capi, dell’anima e del corpo, da cui, in qualche modo, prende forma che cosa richieda la natura umana. Da ciò emerge che, dal momento che noi siamo amati da noi stessi e desideriamo che tutto, nel corpo e nell’anima, sia perfetto, tutte queste cose ci sono care di per sé e in esse risiede l’opportunità più grande di vivere bene.

28 novembre, 2006

THE WINNER IS...




LUDOVICA!!




Salutiamo la nuova rappresentante degli studenti e le facciamo gli auguri più sinceri perché possa svolgere il suo compito in modo efficiente .

Ci permettiamo inoltre di darle alcune proposte operative utili alla serenità della vita scolastica degli studenti:

  1. Ufficializzare i cinque minuti di pausa tra un'ora e l'altra: perché fare 52 minuti di lezione quando all'università se ne fanno 45?
  2. Aumentare il numero delle macchinette per il caffè: nelle ore di punta i tempi di attesa sono pressoché intollerabili
  3. Pretendere che i distributori offrano anche frutta, prodotti biologici, piatti di pasta (per chi deve rimanere di pomeriggio...)
  4. Chiedere l'allestimento di una saletta relax (munita di moquette, cuscini, luci soffuse, diffusori di aromi, impianto hi-fi) , destinata a rinfrancare lo spirito dopo prove particolarmente impegnative
  5. Imporre a Iole di bussare gentilmente prima di entrare nelle aule
  6. Ideare un progetto di recupero e abbellimento degli spazi comuni (vasi di gerani alle finestre, murales [su cartone] per decorare le pareti, ecc.)
  7. Mettere tra i film da vedere durante le asseblee capolavori dell'espressionismo tedesco come "Il gabinetto del dottor Caligari" (Robert Wiene 1922), o "Nosferatu" di Murnau (1924), ovviamente in lingua originale. A questo punto, il dirigente, commosso, smetterà di controllare di cosa parlano gli studenti.

25 novembre, 2006

AVVISO PER GLI STUDENTI DELLA II A

Data la discontinuità dei nostri appuntamenti, mi pare carino offrire a chi lo voglia la possibilità di spedirmi le traduzioni delle versioni facoltative all'indirizzo

lidiam@alice.it (non in allegato, prego!!).

Il termine ultimo per avere la versione corretta per lunedì è

DOMENICA h. 19.30

Se non riuscite a consegnare entro martedì mattina, non preoccupatevi: posso sempre rimandare le versioni corrette agli indirizzi di posta da cui provengono. In questo caso il termine ultimo per la consegna è

MARTEDI h.22.00

Le versioni corrette saranno spedite entro la mattinata del giorno successivo.

Mercoledì mattina, comunque, pubblico la traduzione della versione di Cicerone più difficile (quella del blog); non prevedo di tradurre altro.

Altre versioni interessanti (più per l'aspetto tecnico" che per il contenuto): Velim, n. 143 p. 201; n. 199 p. 253

20 novembre, 2006

CATULLO, L"ARTE ALLUSIVA", E ALTRO ANCORA...

Lo spazio letterario di Roma antica, vol. I (articoli di Bettini, Conte, Fedeli)


http://www.loescher.it/mediaClassica/latino/antico/eroina.asp

(il topos dell'eroina perseguitata)



http://www.einaudiscuola.it/Catalogo2006EI/sup
/latino/cipriani_letteratura_latina/Ennio.pdf

(da Euripide a Ennio)

http://www.gsgis.k12.va.us/facultyweb/
cbroeniman/webpages/latinapvergil_files/64%20commentary%20&%20text.doc

(commento, in inglese, a parti di Catullo 64)

GRECO, II A 31/10/2006

COSÌ GLI ATENIESI SEPPELLISCONO I LORO MORTI (THUC., II, 34)

Nel corso dello stesso inverno gli Ateniesi, seguendo il rito tradizionale, eseguirono la sepoltura a spese dello stato di coloro che per primi morirono in questa guerra nel modo seguente. Espongono le spoglie dei morti dopo aver innalzato tre giorni prima una tenda, e ciascuno reca (un’offerta) al proprio congiunto, se lo desidera; quando poi si celebra la cerimonia funebre, alcuni carri trasportano casse di legno di cipresso, una per ciascuna tribù: e dentro ci sono le spoglie (di quelli) della tribù alla quale ciascuno apparteneva in vita. Una sola lettiga viene portata coperta da un drappo, quella dei dispersi, cioè quelli che non sono stati trovati al momento del recupero dei cadaveri. Segue il corteo chiunque lo desideri fra gli abitanti della città e gli stranieri, e sono presenti donne che accompagnano i feretri levando il lamento funebre. Poi li depongono nel sepolcro dello Stato, che si trova nel sobborgo più bello della città, e sempre qui seppelliscono i morti in guerra, tranne i caduti a Maratona: giudicando straordinario il loro valore lì eressero anche il loro sepolcro.

GRECO, II B 7/11/2006

LA GUERRA DEL PELOPONNESO È LA LOTTA DI LIBERAZIONE DEI GRECI DALL’EGEMONIA ATENIESE (TUCIDIDE)

Riflettiamo anche che, se per ciascuno di noi le contese sui confini del territorio fossero con genti alla pari, sarebbe sopportabile; ora, invece, gli Ateniesi rispetto a tutti noi presi insieme sono potenti, e ancora più forti (nei confronti) di ciascuna città presa singolarmente: perciò, se non li respingeremo compatti, per stirpi e ciascuna città con atteggiamento unanime, di certo avranno la meglio su di noi senza fatica, se rimaniamo separati. E la sconfitta, se anche è cosa tremenda per qualcuno da sentire, sappiate che non porta nient’altro che una schiavitù senza scampo: cosa che è vergognoso mettere in dubbio anche (solo) a parole per il Peloponneso, e che città tanto forti siano sopraffatte da una sola. In questo caso o daremmo l’impressione di subire giustamente o che siamo succubi a causa della nostra viltà, e che siamo evidentemente peggiori dei nostri padri, che liberarono la Grecia: noi però non siamo più in grado di garantirci questo (la libertà), ma permettiamo che si instauri al potere come un despota una città, mentre riteniamo giusto abbattere quelli che in una sola città pretendono di governare da soli.

COMPITO DI LATINO, II A 26/10/2006

LO STUDIO E LA CONOSCENZA SONO IL CONFORTO DELLA VITA

Certo gli antichi filosofi immaginano quale sarà nelle isole dei beati la vita dei saggi che, liberi ormai da ogni preoccupazione, senza sentire la mancanza del nutrimento o dei mezzi necessari alla vita, pensano che non faranno niente altro se non passare tutto il tempo nella conoscenza della natura, ricercando e imparando. Noi, d’altro canto, ci rendiamo conto che questo è il piacere della vita felice, ma anche la consolazione delle difficoltà. Quindi molti, essendo in balia di nemici o despoti, molti in prigione, molti in esilio, alleggerirono il proprio dolore grazie alla passione per la cultura. L’esponente più ragguardevole di questa città, Demetrio Falereo, essendo stato cacciato dalla sua città senza giusto motivo, si recò ad Alessandria, presso il re Tolomeo. Egli, essendo straordinariamente versato in questa filosofia alla quale ti esortiamo, ed essendo allievo di Teofrasto, in quel forzato e sventurato tempo libero produsse molti scritti eccelsi non per una qualche applicazione pratica, della quale era stato privato, ma quel nutrimento dell’anima era per lui, in un certo senso, il cibo per la sua umana natura.

SPEM LONGAM/2

Spero che quando leggerete questo post io sarò già lontano lontano… ma, come dice il sottotitolo del blog, questo è lo spazio per dirsi anche le cose che non si riesce a dire a scuola…quindi ci provo.

All’inizio dell’anno, nell’usuale discorsetto di apertura, avevo anticipato che non volevo ripetere l’errore dell’anno scorso, quando ho mentito ai miei studenti a proposito di ciò che mi stava accadendo. Accidenti, ci sono ricascata!! Solo che adesso, invece di dire bugie, nascondo, e male, la verità, che in questo caso è un po’ lo stesso. E per una fan di Platone (vedi la storia dell’anello di Gige, Politeia, II libro) questo proprio non va bene.

Oggi pomeriggio parto per Milano dove, forse, riusciranno a capire qualcosa di più della mia malattia: o, se l’esame risultasse negativo, proprio il fatto di poter escludere alcune cose orienterà i medici in un’altra direzione. Il che comporta che ci sia incertezza sul mio futuro prossimo.

1. Una cosa so di sicuro: che non ho niente di mortale (perlomeno nel breve periodo! Scherzo!!), ma le esigenze legate alla necessità di seguire un percorso prima diagnostico e poi, speriamo, terapeutico, di sicuro mi porteranno via tempo. E di conseguenza lo porteranno via a voi, privandovi sì della mia “amata” presenza, ma costringendovi, probabilmente, a tour de force quando ci sarò. Senza contare che uno dei sintomi patologici che più mi fanno arrabbiare è che mi stanco moltissimo, e perciò non riesco tanto facilmente a recuperare giornate di lavoro “perse”.
2. Non voglio in nessun modo alimentare il “mito” di un male misterioso. Non voglio che intorno a me circolino voci strane. Non voglio che chi ignora la realtà ingigantisca quello che non sa e/o non capisce. Ho un disturbo neurologico raro(ille quoque Cicero, in libro qui inscribitur “De fato adverso”, dicit istam summam sfigam esse…) del sistema nervoso centrale (vi prego, lasciate stare Google, facile andare fuori strada!!) che non ha ancora un nome, ma che c’è e dà segno di esserci. Non sto aspettando che mi si dica che ho qualcosa, ma come si chiama. La situazione non è ben definita, ma ancora più incerta è la strada che mi attende: a questo punto posso migliorare, rimanere così o peggiorare. Nell’ultimo anno le cose sono peggiorate (non c’è chi non se ne avveda), le conclusioni tiratele voi. Andate a chiamare il dottor House!!!!!!

Non vi racconto tutto questo per giustificare le mie intemperanze (c’erano anche prima), né per farmi compatire (aiuto!!! questo no!!!), ma per farvi comprendere che se ci saranno differenze e “diversità” rispetto al passato, dipendono da una condizione di mutamento più generale che sta travolgendo tutti gli aspetti della mia vita, pubblici e privati.
Spesso i cambiamenti causano disagio: sappiate che me ne dispiaccio, e che, comunque, la prima a rimanerci male sono io.

L.M., alias Magistra

SCHEDA DI VERIFICA

SCHEDA DI VERIFICA
(compito di latino/greco del…..)

1. Quanti errori morfologici ho commesso? (forme verbali, pronomi, sing/plur, ecc.)

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2. E quanti errori sintattici?

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• …
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3. Sono stati rilevati molti errori lessicali?




4. Qual è il mio giudizio su questo compito? Sono migliorato o peggiorato rispetto all’ultima prova?

5. Argomenti da ripassare urgentemente:
• …
• …
• …

14 novembre, 2006

STRANI FIGURI...


... si aggirano per il liceo, figure en travesti, maschere, magistre virtuali, e adesso persino marii maledetti. Ma qual è il confine tra scherzo ed illecito, tra gioco e patologia (??), tra "palco e realtà"? Chi di noi non si traveste tutti i giorni, ogni tanto, semel in anno? E che dire di chi si traveste per rivelarsi quello che è????

Visto che l'argomento vi appassiona, postate qui i vostri commenti....

11 novembre, 2006

SPEM LONGAM RESECES....


È difficile accettare i limiti imposti dalla propria condizione…ma è necessario, quando alle quattro del pomeriggio non riesci a prevedere quello che ti succede alle sette di sera: vabbè, pazienza. Felice chi avrà un’ora in più per ripassare qualcosa; deluso chi si aspettava i compiti.

Message in the bottle: L.D. e S.R. hanno entrambi superato la verifica del superamento del debito.

10 novembre, 2006


Più o meno la sera sono ridotta così... e qualcuno dice che sono un mostro!!!!

Più tardi pubblico le traduzioni dei compiti...ma che fine avete fatto tutti quanti??!!??

Non dite che state studiando perché NON CI CREDO....