All’inizio dell’anno, nell’usuale discorsetto di apertura, avevo anticipato che non volevo ripetere l’errore dell’anno scorso, quando ho mentito ai miei studenti a proposito di ciò che mi stava accadendo. Accidenti, ci sono ricascata!! Solo che adesso, invece di dire bugie, nascondo, e male, la verità, che in questo caso è un po’ lo stesso. E per una fan di Platone (vedi la storia dell’anello di Gige, Politeia, II libro) questo proprio non va bene.
Oggi pomeriggio parto per Milano dove, forse, riusciranno a capire qualcosa di più della mia malattia: o, se l’esame risultasse negativo, proprio il fatto di poter escludere alcune cose orienterà i medici in un’altra direzione. Il che comporta che ci sia incertezza sul mio futuro prossimo.
1. Una cosa so di sicuro: che non ho niente di mortale (perlomeno nel breve periodo! Scherzo!!), ma le esigenze legate alla necessità di seguire un percorso prima diagnostico e poi, speriamo, terapeutico, di sicuro mi porteranno via tempo. E di conseguenza lo porteranno via a voi, privandovi sì della mia “amata” presenza, ma costringendovi, probabilmente, a tour de force quando ci sarò. Senza contare che uno dei sintomi patologici che più mi fanno arrabbiare è che mi stanco moltissimo, e perciò non riesco tanto facilmente a recuperare giornate di lavoro “perse”.
2. Non voglio in nessun modo alimentare il “mito” di un male misterioso. Non voglio che intorno a me circolino voci strane. Non voglio che chi ignora la realtà ingigantisca quello che non sa e/o non capisce. Ho un disturbo neurologico raro(ille quoque Cicero, in libro qui inscribitur “De fato adverso”, dicit istam summam sfigam esse…) del sistema nervoso centrale (vi prego, lasciate stare Google, facile andare fuori strada!!) che non ha ancora un nome, ma che c’è e dà segno di esserci. Non sto aspettando che mi si dica che ho qualcosa, ma come si chiama. La situazione non è ben definita, ma ancora più incerta è la strada che mi attende: a questo punto posso migliorare, rimanere così o peggiorare. Nell’ultimo anno le cose sono peggiorate (non c’è chi non se ne avveda), le conclusioni tiratele voi. Andate a chiamare il dottor House!!!!!!
Non vi racconto tutto questo per giustificare le mie intemperanze (c’erano anche prima), né per farmi compatire (aiuto!!! questo no!!!), ma per farvi comprendere che se ci saranno differenze e “diversità” rispetto al passato, dipendono da una condizione di mutamento più generale che sta travolgendo tutti gli aspetti della mia vita, pubblici e privati.
Spesso i cambiamenti causano disagio: sappiate che me ne dispiaccio, e che, comunque, la prima a rimanerci male sono io.
L.M., alias Magistra
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