31 gennaio, 2008
Parlo riassumendo, e dico che la nostra città è, nel suo complesso, modello di educazione della Grecia e che, preso individualmente, lo stesso uomo, da noi, potrebbe sviluppare in massimo grado una individualità autonoma per compiere prontamente molteplici attività, e in modo urbano. E che nella situazione presente non si tratti di vacua vanteria di parole più che della realtà dei fatti, lo dimostra proprio il potere della città, potere che abbiamo acquisito in virtù di tali comportamenti. Unica infatti tra le città contemporanee giunge alla prova dei fatti occupando una posizione superiore alla sua fama, ed è l’unica che né al nemico che sopraggiunge offre motivo di rammarico per coloro da cui esso viene sconfitto, né dà al sottomesso ragione di biasimo perché viene dominato da persone non degne. Grazie a tracce importanti e avendo lasciato un potere che non rimarrà senza testimonianza saremo oggetto di ammirazione per i contemporanei e per i posteri, e senza aver bisogno di Omero come cantore né di alcun altro poeta che con i suoi versi ci rallegri nell’immediato, mentre la verità danneggia il senso reale dei fatti compiuti, ma avendo costretto tutto il mare e tutta la terra a divenire percorribili grazie al nostro coraggio, avendo ovunque fondato, uniti, i monumenti perenni delle nostre sconfitte e delle nostre glorie
Hai consegnato delle lettere da trasmettere a me ad un tuo amico (così lo chiami); poi però mi avverti di non metterlo a parte di tutto ciò che ha attinenza con te, dal momento che neppure tu sei solito farlo: e così con la medesima lettera lo hai definito amico, e hai negato che lo fosse. Quindi, se hai usato quel termine specifico in senso generale, e lo hai chiamato amico così come definiamo “persone oneste” tutti i candidati, o come salutiamo con “signori” quelli che incontriamo per la strada, se non ce ne viene in mente il nome, passi pure. Ma se ritieni amico un tale a cui non dai fiducia quanto a te stesso, sbagli di grosso, e non conosci la forza della vera amicizia. Prendi ogni decisione in comune con l’amico, ma prima prendi la decisione giusta proprio sull’amico; dopo che l’amicizia si è instaurata bisogna fidarsi, prima bisogna esercitare il giudizio. Ribaltano completamente il senso logico del dovere questi che, contro gli insegnamenti di Teofrasto, giudicano una volta che hanno concesso il loro affetto, e non amano più, dopo aver espresso il loro giudizio. Pensa a lungo se qualcuno è degno di essere accolto da te come amico.
18 gennaio, 2008
versione 475
Dunque questa attività è più continua, essendo piacevole di per sé, cosa che appare necessaria riguardo all’uomo felice; infatti la persona seria, in quanto seria, si compiace delle azioni compiute secondo virtù, mentre è disgustato da quelle compiute con malvagità, come il musicista gode dei bei canti, mentre è infastidito da quelli cattivi. Una qualche forma di esercizio della virtù potrebbe derivare dalla “convivenza con gli uomini buoni”, come dice anche Teognide. A chi indaga in modo più accorto nella natura, appare evidente che la persona seria sia scelta (anche “desiderabile”) come amico dalla persona seria per natura. Infatti si è definito il bene naturale il fatto che per la persona seria è buono e piacevole in sé. Ciò che è buono per natura lo è anche per il simile: e perciò appare evidente che è piacevole per tutti.
versione 475
Dunque questa attività è più continua, essendo piacevole di per sé, cosa che appare necessaria riguardo all’uomo felice; infatti la persona seria, in quanto seria, si compiace delle azioni compiute secondo virtù, mentre è disgustato da quelle compiute con malvagità, come il musicista gode dei bei canti, mentre è infastidito da quelli cattivi. Una qualche forma di esercizio della virtù potrebbe derivare dalla “convivenza con gli uomini buoni”, come dice anche Teognide. A chi indaga in modo più accorto nella natura, appare evidente che la persona seria sia scelta (anche “desiderabile”) come amico dalla persona seria per natura. Infatti si è definito il bene naturale il fatto che per la persona seria è buono e piacevole in sé. Ciò che è buono per natura lo è anche per il simile: e perciò appare evidente che è piacevole per tutti.
versione n. 262
Era un uomo straordinario non solo per la sua equità e mitezza, che esercitò in molti affari e in occasione di importanti scontri (rapporti ostili), ma anche per la sua saggezza, se è vero che considerava la migliore delle sue qualità il fatto che mai si abbandonò né all’invidia né all’ira, pur dall’alto di un potere così enorme, e il fatto che mai trattava un suo avversario come un nemico irriducibile. E a me sembra che quel suo celebre soprannome fanciullesco e altezzoso questa sola cosa renda non criticabile e conveniente, il fatto che il suo carattere benevolo e la vita pura e incorrotta pur nell’esercizio del potere potevano meritare il nome di “Olimpio”, così come riteniamo che la stirpe degli dei, responsabile di ogni bene ma irresponsabile dei mali, domini per natura e regni su tutte le cose esistenti.
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