31 gennaio, 2008
Parlo riassumendo, e dico che la nostra città è, nel suo complesso, modello di educazione della Grecia e che, preso individualmente, lo stesso uomo, da noi, potrebbe sviluppare in massimo grado una individualità autonoma per compiere prontamente molteplici attività, e in modo urbano. E che nella situazione presente non si tratti di vacua vanteria di parole più che della realtà dei fatti, lo dimostra proprio il potere della città, potere che abbiamo acquisito in virtù di tali comportamenti. Unica infatti tra le città contemporanee giunge alla prova dei fatti occupando una posizione superiore alla sua fama, ed è l’unica che né al nemico che sopraggiunge offre motivo di rammarico per coloro da cui esso viene sconfitto, né dà al sottomesso ragione di biasimo perché viene dominato da persone non degne. Grazie a tracce importanti e avendo lasciato un potere che non rimarrà senza testimonianza saremo oggetto di ammirazione per i contemporanei e per i posteri, e senza aver bisogno di Omero come cantore né di alcun altro poeta che con i suoi versi ci rallegri nell’immediato, mentre la verità danneggia il senso reale dei fatti compiuti, ma avendo costretto tutto il mare e tutta la terra a divenire percorribili grazie al nostro coraggio, avendo ovunque fondato, uniti, i monumenti perenni delle nostre sconfitte e delle nostre glorie