29 dicembre, 2006

VERSIONE GRECO N 358

VERSIONE N. 358 P. 241

Se si trattasse di parlare di una questione in qualche modo (tinos) nuova, o Ateniesi, trattenendomi finché la maggior parte degli oratori abituali non avesse esposto il proprio parere, nel caso in cui approvassi qualcuna delle loro proposte, me ne starei tranquillo, mentre, in caso contrario (cioè, se non approvassi i pareri degli altri oratori), tenterei (da peirao) di dire anch’io quello che conosco; ma dal momento che capita anche ora di esaminare quegli argomenti sui quali questi hanno parlato in precedenza, penso che, anche se mi sono alzato per primo (anastas è participio congiunto con valore concessivo), potrei ottenere indulgenza. Se infatti sin dal passato costoro avessero deciso ciò che era opportuno, ora non sarebbe affatto necessario che voi prendiate di nuovo una decisione.

MACCHIA ROSSA


LASCIO APERTI I COMMENTI, MA ATTENTI A QUELLO CHE SCRIVETE...

24 dicembre, 2006

AUGURI


Auguro a tutti i miei "discipuli", blogger e non, un Natale pieno di cose belle, di gioia, calore e serenità.
Magistra

08 dicembre, 2006

AUGURI, PROF.!!!

TANTI AUGURI A ZOCCARI PER IL SUO MATRIMONIO!!!

(...e speriamo che produca tante belle bimbe... altro che figli maschi!!)


04 dicembre, 2006

IL MEGACOMPITO!!!

Senofonte, Memorabilia

A: in primo luogo, riguardo al fatto che non credeva negli dei in cui crede la città, di quale prova mai si sono avvalsi? Compiva sacrifici pubblicamente spesso in patria, e frequentemente anche sugli altari comuni della città, e non si ignorava che si avvaleva dell’arte oracolare: è voce diffusa che Socrate diceva che la divinità gli dava dei segni: in base a questo soprattutto mi sembra che lo accusino di aver introdotto nuove divinità. Ma lui non tentava di introdurre nulla di più nuovo rispetto a tutti gli altri che, credendo negli oracoli, scrutano il volo degli uccelli, ascoltano voci di profeti, osservano segni, praticano sacrifici. Questi infatti non pensano che gli uccelli né coloro che stanno loro di fronte conoscano ciò che è bene per chi chiede il responso, ma che gli dei diano delle indicazioni attraverso questi sistemi , e anche quello (Socrate) riteneva così: ma la maggior parte sostiene che dissuasione e incoraggiamento (dissuadere e incoraggiare) provengono dagli uccelli e dalle persone che si hanno di fronte:

B: Socrate, invece, diceva così come pensava: diceva che era la divinità a dargli l’indicazione. E a molti dei suoi discepoli consigliava di fare questo, o di non fare quello perché credeva che fosse la divinità a mostrargli la via. E questo era utile a chi gli dava retta, mentre quelli che non gli davano ascolto se ne pentivano. Di certo, chi non concorderebbe che lui non volesse apparire né uno stupido né un impostore ai propri discepoli? Sarebbe apparso entrambe queste cose, se avesse dato l’impressione di mentire annunciando cose mostrate dal dio. È chiaro dunque che non avrebbe parlato, se non avesse ritenuto di dire la verità. A chi altro in queste cose si potrebbe credere se non a un dio? E credendo agli dei, come poteva ritenere che gli dei non esistano?

C: D’altro canto, mi sembra straordinario anche il fatto che alcuni credano che Socrate corrompesse i giovani, lui che, oltre alle cose già dette, in primo luogo era il più moderato fra tutti gli uomini quanto ai piaceri del sesso e del cibo,e inoltre era capacissimo di sopportare il freddo, il caldo e ogni genere di fatica, e ancora era così avvezzo ad avere bisogni modesti che, pur avendo davvero poco, riteneva tranquillamente che (ciò che aveva ) era sufficiente. Dunque, essendo lui fatto così, come avrebbe potuto rendere gli altri empi, ostili alle leggi, avidi, intemperanti nei confronti del sesso o della fatica? Al contrario, allontanò molti da questi difetti, facendo loro desiderare la virtù e ponendo di fronte a loro la speranza che, se si fossero presi cura di loro stessi, sarebbero divenuti uomini saggi e virtuosi.

03 dicembre, 2006

SENOFONTE, VERS N. 366

Versione n. 366 -- La divinità è onnipotente e onnisciente


Ma insomma, quando faranno che cosa[P1] , allora crederai che essi si occupano di te? Quando inviano dei consiglieri (come tu dici che essi fanno), [per dirci] che cosa bisogna fare e che cosa no. E quando, disse, parlano attraverso l’arte della mantica agli Ateniesi che chiedono qualcosa all’oracolo, non ti sembra che essi parlino, né quando inviano segnali ai Greci mandando prodigi, né quando lo fanno a tutti gli uomini, ma mettendo da parte te solo, ti lasciano in stato di abbandono[P2] ?
Tu pensi che gli dei instillerebbero negli uomini la capacità di giudizio, in modo tale che siano atti a fare il male e il bene, se non ne fossero capaci[P3] , e gli uomini, ingannati per tutto il tempo, non se ne sarebbero mai accorti[P4] ?
Non vedi che ciò che l’umanità ha di più duraturo e assennato, città e popoli, sono anche le cose più legate agli dei, e che le età più sagge sono state le più devote nei confronti degli dei?
Caro mio, disse, renditi conto che anche il tuo spirito, finché è unito al tuo corpo, lo dirige come vuole[P5] . Dunque bisogna credere anche l’intelligenza che è nel tutto muova[P6] ogni cosa, come le aggrada, in questo modo, e che la tua vista non può estendersi per molti stadi, mentre è impossibile che l’occhio della divinità non veda contemporaneamente tutto quanto.

[P1]Nella nota c’è un errore: questa è la protasi

[P2]Socrate sta ironizzando: è ovvio che tutte le manifestazioni degli dei riguardano tutti gli esseri umani, compreso il suo interlocutore Aristodemo, che invece vorrebbe un…trattamento personalizzato!

[P3]Naturalmente il sogg. è gli dei

[P4]Meglio anteriorizzare

[P5]Attenzione, qui opos non è finale

[P6]Ho reso così tithestai

SENOFONTE, V. N. 370

VERSIONE N. 370 La differenza fra i mali volontari e quelli involontari


Non ti sembra che fra questi differiscano i (mali) volontari da quelli involontari, per il fatto che quello[P1] che ha fame per sua volontà potrebbe mangiare ogni volta che vuole, e colui che ha sete per sua volontà potrebbe bere, e le altre cose allo stesso modo, mentre a colui che soffre questa condizione per necessità non è possibile smettere (di essere tormentato, p.e., dalla fame e dalla sete) quando ne ha voglia[P2] ?
In secondo luogo, colui che si trova in una condizione difficile per sua scelta è felice di soffrire in vista di una buona speranza, come coloro che danno la caccia agli animali selvatici patiscono volentieri disagi per la speranza di catturare una preda. E tali ricompense delle proprie fatiche non sono di grande valore, invece, quanto a coloro che si affaticano per conquistarsi buoni amici, o per sconfiggere avversari, o affinché, divenuti forti sia dal punto di vista fisico che spirituale, possano ben abitare la propria casa, e fare del bene agli amici, e giovare alla patria, come bisogna pensare che costoro non si diano pena con piacere in vista di tali scopi e vivano contenti, soddisfatti di loro stessi, lodati e invidiati dagli altri?
Inoltre, gli atteggiamenti pigri e i piaceri effimeri non sono in grado di assicurare né benessere al corpo, come dicono gli alenatori, né fanno nascere nell’anima alcuna conoscenza degna di questo nome, mentre l’applicazione costante e tenace[P3] permette di raggiungere le mete più nobili, come dicono gli uomini saggi.

[P1]ATTENZIONE ALL’ETA!!!

NOTA LA DIFFERENZA: SOPRA OPOTE CON L’OTTATIVO ESPRIME UN’AZONE ITERATA, QUI OPOTAN COL CONG. SOTTOLINEA LA GENERICITA’ DELL’AZIONE

[P3]NEL TESTO C’È UN COMPL. DI MODO