04 dicembre, 2006

IL MEGACOMPITO!!!

Senofonte, Memorabilia

A: in primo luogo, riguardo al fatto che non credeva negli dei in cui crede la città, di quale prova mai si sono avvalsi? Compiva sacrifici pubblicamente spesso in patria, e frequentemente anche sugli altari comuni della città, e non si ignorava che si avvaleva dell’arte oracolare: è voce diffusa che Socrate diceva che la divinità gli dava dei segni: in base a questo soprattutto mi sembra che lo accusino di aver introdotto nuove divinità. Ma lui non tentava di introdurre nulla di più nuovo rispetto a tutti gli altri che, credendo negli oracoli, scrutano il volo degli uccelli, ascoltano voci di profeti, osservano segni, praticano sacrifici. Questi infatti non pensano che gli uccelli né coloro che stanno loro di fronte conoscano ciò che è bene per chi chiede il responso, ma che gli dei diano delle indicazioni attraverso questi sistemi , e anche quello (Socrate) riteneva così: ma la maggior parte sostiene che dissuasione e incoraggiamento (dissuadere e incoraggiare) provengono dagli uccelli e dalle persone che si hanno di fronte:

B: Socrate, invece, diceva così come pensava: diceva che era la divinità a dargli l’indicazione. E a molti dei suoi discepoli consigliava di fare questo, o di non fare quello perché credeva che fosse la divinità a mostrargli la via. E questo era utile a chi gli dava retta, mentre quelli che non gli davano ascolto se ne pentivano. Di certo, chi non concorderebbe che lui non volesse apparire né uno stupido né un impostore ai propri discepoli? Sarebbe apparso entrambe queste cose, se avesse dato l’impressione di mentire annunciando cose mostrate dal dio. È chiaro dunque che non avrebbe parlato, se non avesse ritenuto di dire la verità. A chi altro in queste cose si potrebbe credere se non a un dio? E credendo agli dei, come poteva ritenere che gli dei non esistano?

C: D’altro canto, mi sembra straordinario anche il fatto che alcuni credano che Socrate corrompesse i giovani, lui che, oltre alle cose già dette, in primo luogo era il più moderato fra tutti gli uomini quanto ai piaceri del sesso e del cibo,e inoltre era capacissimo di sopportare il freddo, il caldo e ogni genere di fatica, e ancora era così avvezzo ad avere bisogni modesti che, pur avendo davvero poco, riteneva tranquillamente che (ciò che aveva ) era sufficiente. Dunque, essendo lui fatto così, come avrebbe potuto rendere gli altri empi, ostili alle leggi, avidi, intemperanti nei confronti del sesso o della fatica? Al contrario, allontanò molti da questi difetti, facendo loro desiderare la virtù e ponendo di fronte a loro la speranza che, se si fossero presi cura di loro stessi, sarebbero divenuti uomini saggi e virtuosi.

1 commento:

Lady_J ha detto...

il fatto che ci siano zero commenti mi lascia pensare...
è per caso un tacito "no comment"?!

comunque a me questo compito è piaciuto! anche la strutturazione stile gioco di ruolo....

a posteriori ho capito questa definizione!

da giocatrice di gdr avrei voluto portare un d20 (uno dei dadi che si usano per i giochi di ruolo n.d.r.) e vedere quanti critici si facevano...

magari tirando il dado prendevo anche qualche aoristo eheheh!!!

complimenti magistra!