VERSIONE N. 367 (DEMOSTENE)
Di queste cose, da tutti riconosciute per vere, la maggior parte è vera, purtroppo, e, per altro, probabilmente non è piacevole da ascoltare [ou men allà non ha valore negativo; la negazione è data dall’ouch successivo]. Ma se quello che uno tralascia nel suo discorso [to logo è strumentale: “col discorso”], per non arrecare fastidio [meglio, rispetto a “dolore”] trascurerà anche i fatti [c’è un leggero anacoluto: hyperbesetai ha due cpl. ogg., sia la relativa che pragmata; una soluzione, per renderlo meglio in italiano, potrebbe essere”ma se uno, INSIEME alle cose che tralascia…tralascerà anche i fatti], è inevitabile che parli solo per compiacere il pubblico [è possibile mettere insieme, nella traduzione, l’idea del “parlare in pubblico” e l’espressione “in vista del piacere”]; ma se l’eleganza dei discorsi, quando non sia davvero attinente [an equivale ad ean, quindi introduce una protasi eventuale], diventa una perdita per l’azione, è immorale prendersi in giro e , rimandando tutte le cose che danno fastidio [ATTENZIONE: an ha lo spirito aspro: è frutto di crasi fra il pron rel al neutro plurale e l’an eventuale che è nella relativa] arrivare tardi rispetto a tutte le azioni, e non essere in grado nemmeno di imparare questo [touto ha funzione prolettica rispetto a oti], che è inevitabile che coloro che fanno la guerra in modo intelligente non corrono dietro alle azioni, ma sono essi stessi davanti ai fatti [vuol dire che è capace di anticiparli, e sa sempre quale sarà la prossima mossa], e, allo stesso modo, come si riterrebbe giusto che il generale comandi le sue truppe, così anche gli uomini politici devono guidare le decisioni [ho reso così il part. sost., che letteralmente vale “coloro che prendono le decisioni”; il genitivo dipende dal verbo sottinteso che, come nella frase precedente è hegeisthai], affinché vengano realizzate le cose che essi decidano[di nuovo la crasi fra relativo e an], e non siano costretti a rincorrere affannosamente gli eventi.
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