Versione n. 257Ma ci sono anche quelli che sostengono, Quiriti, che Catilina è stato espulso da me. Ma se potessi ottenere questo risultato con le parole, bandirei proprio costoro che fanno queste affermazioni. Evidentemente, da uomo timoroso, o, anzi, riservatissimo, non è riuscito a sopportare la voce del console; e non appena gli fu intimato di andare in esilio, ha ubbidito. Ancora, ieri, dopochè ero stato quasi ucciso nella mia casa, ho convocato il senato nel tempio di Giove Statore, ho riferito tutta la questione ai senatori riuniti. Quando Catilina vi si recò, quale senatore lo chiamò, chi lo salutò, chi infine lo guardò come un cittadino corrotto, e non piuttosto come un temibile nemico? Ché anzi i capi di quell’ordine lasciarono libera e vuota quella parte dei seggi alla quale lui si era accostato.
Versione n. 258
Esposte e verbalizzate le deposizioni, Quiriti, ho chiesto al Senato che decisioni intendesse prendere nell'interessesuperiore dello Stato. Dai primi a intervenire sono stati espressi pareri estremamente duri e risoluti, che il senato ha approvato senza minimamente cambiarli. Dal momento che non è stato ancora redatto il senato consulto, Quiriti, vi riporterò a memoria che cosa il senato ha deciso. […] A ricompensa di tante mie grandi azioni, Quiriti, non vi chiedo nessun premio al valore, nessuna dimostrazione di onore, nessuna testimonianza di lode, tranne l’eterno ricordo di questa giornata. […]
Dal momento che ormai è notte, Quiriti, dopo aver pregato Giove, protettore vostro e di questa città, tornate alle vostre case e continuate a difenderle con turni di guardia come la notte passata, anche se il pericolo è ormai stato allontanato. A che non dobbiate farlo troppo a lungo e che possiate vivere per sempre in pace, provvederò io, Quiriti.