Tutti per natura sono soggetti all’errore, e nella vita privata e in quella pubblica, e non c’è legge che sia in grado di tenerli lontani da questo, dal momento che gli uomini sono passati attraverso pene di ogni genere aggiungendone sempre di nuove, se mai venissero in misura minore fatti oggetto di ingiustizia da parte dei malfattori. Ed è verosimile che anticamente (le pene) per le ingiustizie più gravi (il genitivo è retto da autas, riferito a zemias, “pene”) fossero più lievi (rispetto ad oggi), mentre con l’andar del tempo, essendo le norme violate (il participio è un genitivo assoluto senza soggetto), la maggior parte di esse è giunta fino alla pena di morte: eppure anche questa non viene rispettata. Dunque o bisogna escogitare una minaccia più terribile di questa o questa non è più un freno, ma la povertà inducendo all’ardire sotto la stretta della necessità, mentre la ricchezza, grazie alla tracotanza e all’eccesso di consapevolezza (inducendo) alla brama di volere di più, mentre le altre circostanze per la passione degli uomini, a seconda di come ciascuna viene posseduta, per effetto di una forza insopprimibile e travolgente (li) portano al pericolo.
La speranza e la passione su tutto, l’una che guida, l’altra che segue, l’una che escogita il piano, l’altra che pone innanzi il beneficio della sorte, causano moltissimi danni, e pur essendo invisibili sono peggiori dei pericoli che si vedono. E il caso oltre ad esse non di meno si aggiunge a sconvolgere (i piani): è presente in maniera inaspettata quando, standogli di fianco, spinge qualcuno a correre pericolo senza che ce ne siano le condizioni, e soprattutto le città, in quanto per i valori più nobili, la libertà e il potere sugli altri, e dopo tutto ciascuno in modo irrazionale ritiene se stesso più forte di quanto non sia (edoxasen è aoristo gnomico). È semplicemente impossibile, segno di grande ingenuità, chi ritiene che ,quando la natura umana si slancia con passione a fare qualcosa , abbia una forza dissuasiva grazie alla forza delle leggi o a qualche altro spauracchio.