Gli uomini vogliono la libertà senza sapere cosa sia
Gli uomini desiderano di essere liberi più di ogni altra cosa (πάντων è evidentemente neutro), e sostengono che la libertà sia il più grande dei beni, e che, al contrario, la schiavitù sia cosa in massimo grado disonorevole e colma di sventura, mentre proprio questo, che cosa significhi (ἑστὶ) essere liberi o che cosa significhi l’essere schiavi, (questo) non lo sanno. E quindi non fanno nulla, per così dire, per fuggire lontano da ciò che è vergognoso e duro da sopportare, cioè la schiavitù, e di conquistare ciò che appare loro degno in massimo grado di pregio, la libertà, ma, al contrario, fanno cose in conseguenza delle quali è inevitabile che quelli che si comportano così passino la vita in condizione di schiavitù per tutto il tempo e non ottengano mai la libertà. Per altro, non è giusto forse meravigliarsi di questi, per il fatto che non riescono né a conquistare (αἰρέω) né a salvaguardare ciò che si trovano ad ignorare. Se dunque fossero nella condizione di ignorare (periodo ipotetico di quarto tipo, cioè dell’irrealtà) pecora e lupo, che cosa sia ciascuna di queste due cose (duale), e tuttavia ritenessero l’una vantaggiosa e utile da acquisire, l’altra dannosa e inutile, non ci sarebbe da meravigliarsi se temessero la pecora e la fuggissero talora come se fosse un lupo, e però si accostassero al lupo e lo fronteggiassero, ritenendolo una pecora
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