Versione n. 355
Se ti capita (di entrare in: ma lucus è, evidentemente, il soggetto) un bosco fitto di alberi antichi e che superano l’altezza solita, tanto da sottrarre (summovens concorda con lucus) la vista del cielo con il protendersi dei rami che si intrecciano gli uni con gli altri, quegli alberi d’alto fusto, l’isolamento del luogo, lo stupore per un’ombra così fitta e ininterrotta in uno spazio aperto ti fanno credere all’esistenza di una divinità. E se una caverna, con abissi rupestri scavati in profondità (secondo me, saxa indica proprio le pareti di pietra della grotta; quanto all’interpretazione sintattica, di certo non è un ablativo assoluto, perché significherebbe che sono altre rupi, e non gli elementi costitutivi della caverna stessa; mi pare piuttosto un cpl. di modo o, meglio, di qualità), tiene sospeso un monte (le pareti sono così scavate che pare che stia per crollare) non costruita dalle mani dell’uomo, ma scavata dalle forze della natura in vastità così estesa, colpirà il tuo spirito con una sorta di supposizione sulla sacralità del luogo. Veneriamo le sorgenti dei grandi fiumi; lo sgorgare improvviso di un vasto fiume dalle profondità della terra fa dedicare altari; vengono onorate le fonti di acqua calda, e alcuni specchi d’acqua sono stati considerati sacri o per la cupezza del colore o per la profondità impossibile da misurare (inmensa va inteso in senso letterale)